giovedì 15 ottobre 2020

Diritto penale

Oggi tocca al manuale di diritto penale del mitico Roberto Garofoli, un’autorità in questo campo, mettere alla prova le mie capacità mnemoniche e di ragionamento, ormai provate dal peso degli anni che avanzano inesorabilmente (un po’ di autoironia non guasta mai). 

Per l’ennesima volta studio, e lo faccio sempre con piacere, la successione di leggi penali nel tempo e l’applicabilità o meno della irretroattività e retroattività delle leggi penali, a seconda dei casi e delle circostanze, che non sto qui a spiegarvi per non tediarvi. Naturalmente i giuristi sanno di cosa sto parlando, ossia, che tutto, o quasi, ruota intorno all'art. 2 c.p. che con pochi commi regola tutto il sistema dell’utilizzo della successione delle leggi penali spalmate nel tempo. 

Ovviamente, ogni giurista che si rispetti, a maggior ragione chi studia per diventare magistrato, ha le sue preferenze in merito alle materie di studio concorsuali, che per l’esame scritto sono tre: diritto civile, penale e amministrativo. A molti piace il diritto civile, ad alcuni solo taluni argomenti che ne fanno parte, quali possono essere il lavoro, la famiglia, la filiazione, i contratti, etc, ad altri piace il diritto amministrativo. A me affascina molto il diritto penale. 

Perché vi dico tutto questo? 

Semplicemente perché man mano che vado avanti con lo studio per il concorso per accedere in magistratura, mi accorgo che il diritto penale mi appassiona sempre di più. Lo trovo preciso, rigoroso, dà un senso di affidabilità, sembra fatto apposta perché non ci siano dubbi di sorta che possano nascere da interpretazioni, perché la legge penale si applica e basta, e lo spazio all'interpretazione, spesso estemporanea, che a volte si fa nel diritto in generale, qui trova poco spazio. 

Il diritto penale, in buona sostanza, non può concedersi il lusso di mandare qualcuno in galera solo per il fatto che ci sia stata una diversa interpretazione di un articolo di legge oppure una sua incomprensione, perché qui i principi di tassatività e determinatezza della legge penale sono d’obbligo, in quanto la norma penale deve indicare con precisione il comportamento vietato e la sanzione prevista. Per effetto del principio di tassatività, quindi, che è un corollario del principio di legalità, è assolutamente necessario che la norma penale sia formulata in modo tale da consentire al giudice l’individuazione del tipo di fatto disciplinato da una determinata norma, così da assicurare una corrispondenza tra fatto storico che concretizza un determinato illecito e il relativo modello astratto. 

Uno dei principi cardine del nostro ordinamento penale risulta essere quindi quello di tassatività della legge penale, dal quale discende il divieto di estensione analogica in malam partem
La tassatività, dunque, trova il proprio fondamento nella certezza del diritto penale, e lo fa principalmente per esigenze garantiste del favor libertatis, il quale è un’esigenza imprescindibile del nostro sistema giuridico, perlomeno finché si rimane ancorati alla giusta norma di civiltà secondo cui:
la libertà è la regola e la pena l’eccezione”.

mercoledì 14 ottobre 2020

Mi ero perso, ma ora ho ritrovato la strada

Sono trascorsi otto mesi dal mio ultimo post, tanti, forse troppi, durante i quali è successo di tutto, in primis la pandemia del Covid19 che ha devastato, non solo i corpi di molte persone, ma anche confuso le menti in quanto è stato in grado di variare il concetto di futuro e di priorità nella vita.

Per quello che concerne il concorso in magistratura a cui ho fatto domanda di partecipazione, i cui esami scritti sarebbero dovuti tenersi ai primi di giugno 2020, per evitare inutili assembramenti e rischi per la salute dei concorrenti, il diario delle date degli esami scritti è stato rinviato sine die di volta in volta. L’ultimo rinvio risale alla Gazzetta Ufficiale del 25 settembre 2020 con la quale rinviano ancora il diario delle prove scritte al 27 novembre 2020. Sarà la volta buona che decidano finalmente quando tenere gli esami scritti? Mah, ne dubito, visto che i contagi hanno ripreso a salire. Staremo comunque a vedere. 

Intanto lo stress da concorso aumenta, come pure lo studio del diritto, anche se con tante incertezze, e parlo per me stesso, e senza sapere quando finalmente potrò mettere in atto quello che sto divorando con la mente ed assorbendo dai manuali di diritto. 

Perdersi però nell’incertezza e tornare deboli è un attimo. 

Proprio come dice il titolo di questo post, mi ero perso nei meandri dei miei pensieri funesti, nelle logiche del “ma chi me lo fa fare a questa età ad ostinarmi a voler fare il magistrato”, nello sconforto dell’incertezza del futuro, nei mille pensieri di come sarebbe stato il mio nuovo lavoro da novello magistrato ultracinquantenne ma con tanta gavetta ancora da fare, ovviamente nella remota ipotesi che avessi vinto. 

Come ho detto prima, perdersi è un attimo. 

Al mio smarrimento hanno anche pesantemente contribuito le note vicende degli scandali della magistratura, dove c’era qualche magistrato che gestiva il suo potere all’interno dell’organizzazione del C.S.M. come un vero e proprio padrino mafioso. 

Anche in questo caso mi sono fatto tante domande, del tipo: 

Ma sono proprio sicuro di voler far parte di questa organizzazione malata che è diventata la magistratura?”. 

È arrivato poi il momento del riscatto mentale, dell’orgoglio, della forza delle motivazioni di fondo che mi hanno spinto a voler fare il magistrato a prevalere su tutti i miei dubbi e le mie paure. 

Ed è così che mi sono dato una risposta a quella domanda: 

Si, sono sicuro di voler fare il magistrato, perché un’organizzazione un po’ malaticcia come la magistratura odierna ha bisogno di gente sana come me per curarla ed alzarle il tono di salute”. 

Dalle sconfitte e dalle debolezze c’è sempre da imparare, ed io ho capito che nei momenti di sconforto bisogna aggrapparsi sempre alle motivazioni di fondo che ci spingono a fare determinate scelte, e chiedersi sempre se sono tuttora valide e se costituiscono ancora un traguardo da raggiungere nella vita. Se la risposta è positiva, bisogna allora rialzarsi aggrappandosi con tutte le forze alle nostre motivazioni, stringere i denti e continuare la corsa verso l’obiettivo prefissato. 

Ed eccomi qui ora, a condividere ancora questa mia esperienza con voi, a studiare alacremente diritto tutti i santi giorni, più forte di prima, più convinto che mai a proseguire nel mio percorso tortuoso della scalata verso la magistratura. 

Se proprio non devo vincerla questa corsa, deve essere solo ed esclusivamente per la forza degli altri concorrenti, non per le mie debolezze.

Ci siamo quasi

Sono passati lunghi mesi dall'ultima volta che ho tracciato le mie parole su questo blog, e questo mi rattrista profondamente. Nel corso...